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Le cose sembrano essersi rimesse al posto giusto per gli Echolyn: dopo la diaspora siamo ben lieti di ritrovare il gruppo compatto ed in forma smagliante per il loro primo ufficiale album dal vivo, come se per la band fosse giunta una nuova primavera (almeno così speriamo tutti). La line-up è quella delle ultime due prove, anche se notiamo con piacere la ricomparsa del bassista Thomas Hyatt che ritorna fra i suoi compagni per la durata di tre pezzi consecutivi. Non nascondo l'emozione provata nell'ascolto dei brani delle origini come la bellissima "Sweet Thing" il cui nome misterioso nasconde una quindicina di minuti tratti da "A Suite for the Everyman". Le note di "As the World", "The Cheese Stands Alone", "Never the Same" (colte da "As the World" stesso) e quelle di "Suffocating the Bloom" e "Carpe Diem" (quest'ultima scelta dall'ormai lontano esordio del 1991) scorrono sul filo dei ricordi facendo allungare le ombre di un amaro rimpianto: quello di non aver potuto godere di album dal vivo così pieno di vigore ed entusiasmo alle soglie di quella che sarebbe stata una carriera recisa. Per fortuna qualcuno ha avuto il coraggio di rimettere assieme i cocci e le ferite, rimarginate, lasciano spazio ad una bella cicatrice: quella che ci ricorda che gli Echolyn di allora non sono più quelli che ascoltiamo nella pur bella "Mei" (che ricopre da sola un intero CD di questa doppia fatica) o tra le imbarazzanti note di "67 Degrees" o "Brittany". Questi due ultimi pezzi, scelti da "Cowboy Poems Free", eseguiti in una veste più dinamica e briosa, nel riflesso della musica passata, ci mettono di fronte alla realtà del loro scarso valore. L'esibizione appare fresca e spontanea grazie ad una registrazione un po' rustica e alla presenza di più o meno lunghe introduzioni parlate. Insomma, sembra di stare un po' in famiglia, ed il pubblico in effetti non sembra proprio numerosissimo. E' bello anche osservare le soluzioni alternative trovate per i singoli pezzi che vengono interpretati in maniera tutt'altro che scolastica: è un vero piacere vedere artisti di questo calibro all'opera! Un ultimo appunto sulla scelta della scaletta, non disprezzabile, intendiamoci, ma neanche di prestigio, considerato il fornito carniere della band.
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