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Per chi pensa che Livorno sia soltanto una città di mare e un ottimo posto per degustare uno squisito cacciucco, vorrei segnalare una nuova specialità della casa: Egoband in salsa progressiva. Si tratta di un piatto per palati fini… OK, niente più bischerate poco professionali.
La prima impressione che ho ricavato dall'ascolto di questo CD è quella di un gruppo stilisticamente collocabile in un filone marillion-oriented. Si tratta comunque di una prima impressione… non posso infatti classificare con tanta precisione questo primo lavoro degli Egoband. Potrei dirvi che è molto bello, ma credo che voi, insaziabili progressivi, non sarete soddisfatti. Trovo infatti, oltre ad influenze marillioniane, anche molti echi dei mitici anni '70, senza peraltro avvertire una corrente in particolare. Qualcosa dei VDGG emerge dal contesto, in particolare nelle canzoni "Nowadays and fatality" e nella title-track, seppur condita da inserti new-Prog, che denotano una particolare anima seventies. Molto belle anche le altre tracce del CD. Spiccano "Start" (brano interamente strumentale che apre con energia questo lavoro), "In the air", che, ad un inizio più soffuso e teatrale (un po' alla Asgard) fa seguire un crescendo mostruoso, e la dolcissima "The man the rain the door".
Un'opera che risulta prevalentemente caratterizzata da suoni moderni di chitarra e tastiere (fatta eccezione per la comparsa del vecchio mini-Moog, se non erro) suonate rispettivamente da Massimo Fava e Alessandro Accordino (quest'ultimo anche vocalist). Notevole la sezione ritmica, composta da Fabio Cioni alla batteria e da Alfonso Capasso al basso, che sostiene in maniera notevole il tenore della composizione, lasciando spazio a fantastici assoli degli altri due membri già citati.
Un disco molto equilibrato che forse trova il suo unico difetto in una certa omogeneità compositiva fra brano e brano ma che comunque costituisce un lavoro validissimo a confermare la vitalità e la varietà della scena progressiva italiana.
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