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INES Hunting the fox WMMS 1994 GER

INES...? Strano modo di chiamare una band, pur in mezzo a tante altre dagli improbabili nomi. In verità. Ines è una bella signora bionda la quale, incidentalmente, è altresì la moglie di Hansi Fuchs, chitarrista dei MÄNNER, band già apprezzata (...!) un paio di volte a Tramonti. Ines è una discreta tastierista che, per questo suo progetto, ha ottenuto ovviamente l'ausilio dei membri del gruppo del marito, nonché quello di vari componenti degli ASGARD (con l'ultima prestazione vocale di Chicco Grosso) e di Harald Bareth, ex cantante dei mitici ANYONE'S DAUGHTER.
L'inizio è con "Ouverture", un pezzo potente, molto alla YES (somiglianza predominante in gran parte dei 72 minuti del CD). "In the distance" è un pezzo forse un po' facilino, ma davvero gradevole, in cui possiamo apprezzare un bel duetto vocale tra Hansi e Chicco. "Water", il terzo pezzo, è il primo dei quattro che vedono la presenza di Harald; ci ritornano alla mente le splendide prove col suo ex gruppo ed anche la musica fa poco per non ricordarci quei bei momenti. Grande, in questa circostanza, l'assolo di chitarra di Max Michieletto. "Mother moon", cantata da Baggi Buchmann, è un pezzo veloce che ci ricorda qualcosa del nuovo Prog inglese e fa quasi da preludio all'accoppiata di "Union (part I & II)". La prima parte è affidata alla sola chitarra di Max, mentre la seconda rappresenta un bel momento d'atmosfera caratterizzato da un bel duetto di chitarre tra Chris Bianchi e Max. La lunga "In the dark of night" ricorda molto i PENDRAGON, riprendendone però gli aspetti più facilini. "The inner fight" è un pezzo veloce un po' anonimo, mentre su "Earth, sun & moon", un altro bell'assolo del nostro Max non salva un pezzo comunque non eccezionale. La parte centrale dell'album risente dunque di un certo ribasso qualitativo; le sorti si risolleveranno con "Meet me on the mountain", un pezzo diverso dal resto dell'album, con un lungo intro soffuso ed una ritmica che si mantiene comunque molto pacata. L'ultimo botto lo abbiamo con la title track, un bello strumentale che chiude ottimamente un album per certi versi sorprendente. Di sicuro Ines rappresenta, per la musica proposta, una delle più gradite improvvisate degli ultimi tempi.

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

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INES The flow 1999 
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