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KOREKYOJIJNN Tundra Skin Graft Records 2011 JAP

I Korekyojinn sono: TatsuyaYoshida, Kido Natsuki e Nasuno Mitsuru. Tre nomi che da soli dovrebbero essere una garanzia assoluta per tutti noi appassionati del prog. Kido Natsuki, membro di KBB e Salle Gaveau, è uno dei chitarristi più talentuosi e raffinati della scena progressive (e non solo) mondiale. Nasuno Mitsuru è stato invece il bassista degli Altered States. TatsuyaYoshida non dovrebbe avere bisogno di presentazioni, è il deus ex machine di innumerevoli progetti, come Ruins, Samla Mammas Manna, ma soprattutto dei KoenjiHyakkei, gruppo che ha saputo rivedere lo Zeuhl magmatico in chiave moderno con influenze hardcore e avant jazz alla John Zorn. Mentre però i KoenjiHyakkei potrebbero essere i figli psicotici dei Magma, potremmo quasi definire i Korekyojinn l'equivalente dei KoenjiHyakkei per gli Yes. Analizziamo il loro nome: Kore significa This, Kyojinn significa Giant. Sono chiari quindi i riferimenti anche ai This Heat e Gentle Giant. Ad ogni modo, a prescindere dalle loro influenze, i Korekyojinn sono un gruppo da una forte identità personali, capaci di rivisitare il progressive rock con una personalità riscontrabile ormai in pochi altri artisti.
Il gruppo nipponico è ormai al sesto album e la sua proposta è sempre la stessa, pur non risultando ripetitivo. Sono in tre ma suonano per dieci. Tre musicisti mostruosi. Una vera forza della natura. Puntano forte sulla loro incredibile tecnica e lo fanno con convinzione e innocenza tipicamente giapponesi, in modo cosi puro e sfacciato da non risultare manieristi. Il loro non è un mero esercizio ginnico. I Korekyojinn sono autori di un progressive muscolare e, al tempo stesso, ragionato e passionale. Schizofrenici e disciplinati, sanno impazzire mantenendo sempre un assoluto rigore e impeccabilità di esecuzione. In alcuni punti cadono probabilmente nell'onanismo musicale, ma la loro forza d'urto spazza via ogni possibile debolezza ed alla fine riescono sempre e comunque a risultare credibili.
“Tundra” è un continuo spingere sull'acceleratore, senza freni inibitori, scatenando tutta lo loro energia e potenza. Yoshida, con il suo drumming psicopatico e brutale, è il vero motore del gruppo, non lasciandoti quasi mai sospirare per tutta la durata dell’album. Però è solo grazie all’intervento del venerabile maestro Natsuki che la musica dei Korekyojinn prende una forma fruibile ad esseri umani o, almeno, ad una minima parte di essi. La sua chitarra è onnipotente, riuscendo a ricamare splendide melodie all’interno di una bolgia infernale.
A completare il diabolico trio è Mitsuru, il meno famigerato dei tre, ma certamente non meno valido. Riesce nella missione impossibile di stare dietro ai ritmi malati di quel satanasso di Tatsuya e al tempo stesso supportare Kido nella stesura delle linee melodiche. Non contento di tutto ciò, ha anche l’ardore di rubare spesso la scena ai suoi illustri compagni, avventurandosi in assoli apocalittici.
“Tundra” è sicuramente un disco che lascerà il segno in quest'annata discografica. Potrà essere amato o odiato, ma non potranno lasciare indifferente il suo insano rigore musicale e la sua prepotenza.
Per quanto mi riguarda ho sempre considerato la tecnica fine a se stessa il più grande male della musica progressive, ma personalmente è una gioia per le mie orecchie ascoltare musicisti di siffatto spessore suonare la mia musica preferita.


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Francesco Inglima

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