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Ancora una volta la Dreaming, sottoetichetta della Musea dedicata sostanzialmente alla musica new age, ambientale e/o elettronica, ci propone il lavoro di un'artista decisamente particolare come il tastierista Bertrand Loreau, giunto con "D'une rive à l'autre" alla sua settima pubblicazione per la Musea. Sospeso fra sonorità elettroniche ed un crepuscolare romanticismo sinfonico, "D'une rive à l'autre" è una di quelle opere così candide ed immacolate che sembrano scaturite da un mondo immaginario d'incontaminata bellezza e purezza (Loreau dedica questo cd alla memoria di suo padre)... Bertrand Loreau ha scritto e concepito la musica di questo cd con la collaborazione di tre suoi musicisti amici, Oliver Briand, esperto di musica elettronica, il chitarrista jazz Christophe Martin de Montagu e Stéphane Kotakis: in effetti i brani di "D'une Rive à l'autre" presentano molteplici sfumature apprezzabili solamente dopo un ascolto approfondito, all'iniziale parvenza di una semplice musica d'ascolto destinata ad un utilizzo superficiale (magari come semplice sfondo per le proprie attività) si impone presto l'idea di una musica piuttosto ben strutturata, ingegnosamente concepita attraverso un discreto avvicendarsi di più stili musicali... Dalla poesia futurista puramente elettronica di "Face Cachée" alle luminose sinfonie barocche di "D'une Rive à l'autre" e "De l'autre rive" (rispettivamente i due titoli che aprono e chiudono l'album), nello struggente romancitismo pianistico di "Un Nouveau Jour" oppure ancora nell'elettronica tinta di jazz in "Séquence de Vie", quello che ascoltiamo in questo piccolo gioiellino è il frutto di attimi di ispirazione sincera, visioni artistiche e poetiche estranee ad una qualsiasi forma di volgarità sonora. L'unico reale appunto negativo che si può fare ad un disco del genere è la mancanza in diversi brani di una vera e propria ricerca timbrica nei suoni delle tastiere, mi sembra un peccato doversi affidare a delle sonorità ormai così abusate e stereotipate...
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