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"Round midnight" è il quarto album dei Moongarden, ma solo il secondo da quando il gruppo si può davvero definire un vero gruppo e non una manciata di musicisti riuniti attorno alla figura centrale di Cristiano Roversi. Lasciamo quindi da parte i primi due lavori, imperniati sulla riproposizione di un ottimo Prog classico, ottimo nei risultati (specialmente "Brainstorm of emptyness") ma carente di personalità distintiva, e partiamo da "The gates of Omega", album magniloquente e quasi monumentale che, pur piuttosto diverso, pone le basi per questo "Round midnight". Quest'ultimo è un lavoro che, a voler essere sinceri, di Prog ha davvero poco, se non vogliamo includere ovviamente in questa categoria gruppi come Radiohead o Coldplay, tra i quali troviamo le somiglianze più dirette alla musica presente in queste 9 tracce. Si tratta di rock d'autore, elegante nelle sue movenze, carezzevole anche nei momenti più rabbiosi ed apparentemente graffianti (la track d'apertura), contraddistinto da assoli ed intrecci melodici che si alternano a momenti lirici e delicati in cui la bella voce di Luca Palleschi dà il meglio di sé (anche se non è da disdegnare la versione più up-tempo). Come il suo predecessore, "Round midnight" abbisogna di un ascolto più che attento, meglio se più d'uno, per dipanare i reticoli di queste canzoni dal sapore così delicato ma deliziosamente speziato, frutto di un lavoro attento e minuzioso sulle melodie e le sonorità. Di Prog classico, come detto, c'è poco, ma quel poco si integra magnificamente con la tendenza generale dell'album e trova la sua consacrazione nei 10 minuti di "Learning to live under the ground", una canzone intensa in cui ritroviamo tutte le radici Progressive del gruppo, questa volta non senza una propria personalità distintiva. "Round midnight" arriva al suo termine in maniera tranquilla e senza alcuna traccia di stanchezza, avendo vissuto in modo intenso i suoi 52 minuti pur non avendo strabiliato con effetti speciali. Era difficile dare un seguito a "Omega" che di questo fosse degno, ma il gruppo c'è riuscito e forse ha saputo fare ancora meglio, anche se, come detto, i due album sono abbastanza diversi e comunque è difficile dare un giudizio definitivo dopo pochi ascolti: questi sono album che possono solo crescere nel tempo... e sono sicuro che "Round midnight" lo farà, se è possibile, come è possibile, che non vi colpisca al primo giro di lettore CD.
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