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Non so perchè ma ci si dimentica sempre di questo gruppo norvegese, giunto con questo nuovo CD alla sua settima fatica discografica. Forse il pubblico prog manca di senso dell'umorismo e finisce col prendere troppo sul serio la musica di questa band? Senza una buona dose di senso dell'umorismo e di follia non si riesce certamente ad apprezzare appieno la musica dei Procosmian. Non mi fraintendete, non che le canzoni in sé non siano belle, anche prendendo in considerazione soltanto l'aspetto musicale scopriamo un album accattivante ed interessante, ma indubbiamente riuscire ad afferrare le spiritosaggini e le pazzie disseminate nelle 12 tracce di questo CD ci permette di apprezzarle al massimo. Sicuramente il primo movente del gruppo è quello di divertirsi e di far divertire il proprio pubblico e per questo sono loro stessi che ci invitano ad alzare al massimo il volume quando ascoltiamo la loro musica. E' bene non starsene in poltrona, come si farebbe quando si ascolta un album di musica classica, ma lasciarsi travolgere appieno dalla musica è d'obbligo. Bene, dopo tutte queste chiacchiere vorrete sapere qualcosa di più di questo CD: diciamo subito che gli elementi folk nordici sono sicuramente più accentuati rispetto al precedente lavoro, con un violino oscuro a danzereccio che ravviva tutte le tracce. Mi vengono in mente riferimenti ai connazionali Høst, anche se in questo caso gli elementi tradizionali sono interpretati con maggior brio e con un piglio di sregolatezza e di irriverenza. La voce di Hebbe Santos, una fanciulla per chi non lo avesse capito, è evocativa e si basa spesso su toni melodrammatici, ha delle caratteristiche che la collocano perfettamente nel panorama del folklore locale, ma proprio questa sua seriosità ed epicità stride fortemente con i testi inverosimili, creando un effetto decisamente comico. Per dirne una, in "The Wake of a Cake", canzone ritmata, scandita da violini allegri e da una chitarra delicatamente arpeggiata, la sua voce romantica, contrappuntata da controcanti angelici, ci narra della storia del malcapitato marito trasformato in una torta per aver fatto la pipì sulle scarpe di un mago annoiato, che si è vendicato dell'affronto lanciandogli un terribile incantesimo. Ovviamente la povera moglie non potrà dimenticare il profumo di dolce e neanche il cane che ha consumato avidamente i resti dell'uomo. Il risultato è decisamente esilarante, non c'è che dire, e la comprensione del testo risulta essenziale per raggiungere questo effetto grottesco. Senza capire i testi prenderemmo la musica dei Procosmian troppo sul serio. La musica è molto diretta con riff di chitarra grezzi e una sezione ritmica martellante che si muove su tempi movimentati e qualche contaminazione che a volte ci fa pensare al pronk dei Cardiacs. Il violino ed il flauto rendono le tracce decisamente coinvolgenti e le tastiere, comprensive di Mellotron, aggiungono un tocco di classe. Nel complesso la musica è oscura e vivace e non manca di incursioni bizzarre, come nella divertente "One of Our Spies Is Missing", con i suoi cori strampalati da musical ed un'interpretazione vocale solista cabarettistica, questa volta eseguita da una voce maschile, quella di Pornographic Johnson, o come nella breve "Avenging Average Mailman" che si trasforma improvvisamente in un pezzo a metà fra il country ed il punk melodico. Fra le tracce più interessanti ricordiamo la title track, dalle ritmiche vivaci e con bei passaggi di quello che sembra un Theremin e qualche intrigante reminiscenza alla Änglagård. Amanti del folk nordico a tinte hard, non lasciatevi sfuggire questo disco (che potrete trovare anche in vinile) e ricordate: non ordinate mai la torta in una tazza, è ridicolo!
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