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Cristiano Roversi non avrebbe bisogno di presentazioni. Leader dei Moongarden, componente dei Mangala Vallis, presente in innumerevoli collaborazioni musicali, da quella nei The Watch alle ultime con Massimo Zamboni degli ex CCCP/CSI, è uno dei pochi personaggi italiani da ricordare nel panorama progressivo italiano (e non solo) degli ultimi venti anni, anche per il suo approccio e la sua visione moderna e a volte fuori dagli schemi dei suoi dischi più importanti. Con questo “Antiqua” Cristiano, riprendendo quel discorso cominciato con il suo precedente disco solista "The park" e col progetto Submarine Silence, si rivolge principalmente alla vecchia guardia degli ascoltatori rock progressive. Quelli che vivono a pane e Genesis, quelli che campano principalmente di ricordi, quelli che compreranno questo disco per la presenza di Bernardo Lanzetti, Aldo Tagliapietra, Gigi Cavalli Cocchi… quelli che forse non hanno amato più di tanto gli ultimi Moongarden (diciamo da “The Gates of Omega” in poi... tutti dischi che il sottoscritto ama tantissimo). L’idea di avere davanti una “operazione nostalgia“ con Roversi schiacciato da nomi così importanti (e forse anche pesanti perché bisogna sempre e comunque farci i conti anche a trenta quarant’anni di distanza) era dietro l’angolo. Anche se il disco è fortemente legato al passato con pochi richiami agli ultimi progetti di Cristiano, il risultato mi è piaciuto. E in un mondo progressive così legato ai nomi, ai tributi e alle cover band, lasciatemi dire che, una volta ogni tanto, è bello leggere in carattere piccolo, nomi grandi che hanno fatto la storia del nostro mondo musicale come quello di Aldo Tagliapietra o di Bernardo Lanzetti quando invece capita puntualmente il contrario su tripli quadrupli se non quintupli cofanetti di tributi. Lo vedo come un piccolo riconoscimento a chi in questi anni, in studio di registrazione e sui palchi, ha portato avanti dagli anni '90 fino ad oggi il rock progressive senza avere tutte queste soddisfazioni legate alle vendite o al successo personale. Ed è bello ascoltare la voce e la chitarra a 12 corde di Tagliapietra nella bellissima e ormiana “L’amore” che si trasforma in una più moderna “Falling” (la traccia che amo di più) cantata da Leonora, passando per passaggi alla Anthony Phillips. Un disco solista è come la carta d’identità o la patente di una persona, ti dice da dove vieni e dove abiti attualmente e anche se la foto che c’è sopra il documento è diversa da quello che sei oggi, i tratti somatici rimangono gli stessi. Cristiano non si è dimenticato di dove è nato musicalmente e fortunatamente per noi rinfrescando giustamente le pareti della sua casa nuova in tutti questi anni di onorata carriera, non si è dimenticato di lasciare un angolo con le foto del passato.
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