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SYZYGY Cosmos and chaos 20th anniversary compendium Syzygy Music Enterprises 2014 USA

L’ormai più che ventennale carriera dei Syzygy si fregia di una discografia assai contenuta: tre album in studio in tutto dal 1993 al 2012, il primo dei quali, “Cosmos and Chaos”, pubblicato a nome Witsend da una formazione ancora in trio con Carl Baldassarre alla chitarra, al mandolino e alla voce, Sam Giunta alle tastiere e Paul Mihacevich alla batteria. Sono certa che se fossero stati più assidui il loro nome sarebbe circolato di più nel nostro pur limitato mondo Prog. La loro musica, sinfonica, eclettica e di stampo squisitamente americano, ha un target di ascolto e gradimento potenzialmente molto alto all’interno del nostro genere musicale. Provare per credere. Ed ecco che anche per loro, ormai veterani di questa scena, è giunto il tempo di fare bilanci e di guardarsi indietro. I ricordi volano così al 1993, epoca in cui i Witsend si affacciavano su uno scenario musicale semidesertico ma in crescente fermento. In quel periodo il Progressive Rock tornava negli U.S.A. così come anche in Europa.
Non si può dire che negli anni Settanta fosse così di moda da quelle parti ma sicuramente ci ha regalato tantissime perle, ognuna risplendente di luce propria. Anche il nuovo ciclo musicale fu caratterizzato da uscite interessanti che trasudavano entusiasmo e tanta voglia di fare e fra queste va ricordato anche “Cosmos and Chaos”. L’album porta forse con sé alcune ingenuità del periodo ma anticipa splendidamente lavori di calibro superiore, come quelli che i Syzygy ci hanno regalato negli anni seguenti, e stiamo parlando per la precisione di “The Allegory of Light” (2003), “Realms of Eternity” (2009) e, per finire, dell’ambizioso doppio dal vivo “A Glorious Disturbance” (2012).
Il gruppo non ci propone una pura e semplice ristampa ma una specie di riassetto dell’opera originale. A parte la confezione, superba e interamente ridisegnata, dobbiamo focalizzare la nostra attenzione su alcuni punti chiave. Prima di tutto le dodici tracce che componevano l’opera originale sono state interamente rimasterizzate dall’ingegnere Chris Keffer, lo stesso che curò il suono di alcune di esse nell’edizione del 1993. Alcuni pezzi sono stati nuovamente registrati e mi riferisco a “Poetry in B Minor” e all’introduzione di “Tone Row” in cui Sam Giunta suona un pianoforte acustico al posto dei synth di vecchia generazione. L’interpretazione più matura ed i suoni scintillanti hanno certamente infuso nuova vitalità a queste tracce. La track list originale è stata infine rivoluzionata, questo perché così come proposta al’inizio, nel tentativo di dare risalto alla dicotomia fra Cosmo e Caos che rifletteva i diversi modi di scrivere ed interpretare del gruppo, il risultato nel suo complesso appariva troppo discontinuo e frastagliato. Carl Baldassarre ha quindi scelto di raggruppare i brani iniziando dalle miniature solistiche per chitarra come “Cosmos (guitar prelude in E minor)” e per pianoforte, come la già citata “Poetry in B Minor”, passando poi ai duetti per chitarra e basso, “Tautology”, e per chitarra e tastiere “The Tone Row”, concludendo infine con i veri e propri lavori di gruppo realizzati dal trio al completo con le ultime sei tracce. L’opera acquista ora una struttura equilibrata e simmetrica che progredisce gradualmente in complessità.
E non finisce qui. L’aspetto forse più intrigante per i fan è rappresentato dalla riscoperta del vecchio materiale inedito inserito come bonus in questo CD. Si tratta addirittura di un paio di brani risalenti al 1984 e immortalati al’epoca su audiocassetta, realizzati da una primordiale formazione in quartetto dei Witsend che comprendeva, oltre a Sam Giunta e Carl Baldassarre, Roman Zmudzinski alla batteria e Gary Priebe al basso. La qualità audio, come potete immaginare, non è di quelle migliori ma si tratta sicuramente di documenti interessanti. Ci sono poi due versioni dal vivo, registrate nel 2010, dei brani in origine strumentali “Strange Loop II” e “Mount Ethereal” interpretati dal cantante Mark Boals, ex voce dei Royal Hunt poi entrata in pianta stabile nei Syzygy.
Esaurite le annotazioni tecniche e biografiche che non sono poche, passo brevemente a ricordarvi qualcosa sull’aspetto puramente musicale dell’opera. Le sei miniature strumentali, relegate tutte all’inizio, per conto loro, sono graziose e dalle connotazioni classicheggianti. Messe così una di seguito all’altra forse catturano maggiormente l’attenzione ma rallentano anche molto l’inizio dell’album vero e proprio, quello suonato dal gruppo al completo. Quest’ultima parte però, dal canto suo, acquista molto in potenza e compattezza. Musicalmente riscopriamo un ruvido prog sinfonico con ampi riferimenti a Kansas, Yes e Rush, con grandi momenti melodici e alcune digressioni in ambito New Prog. La scrittura è abbastanza vivace e scorrevole, peccato soltanto che i suoni manchino un po’ in brillantezza. Sicuramente un livello di produzione più alto e scelte timbriche meglio ponderate avrebbero fatto la differenza ma i tempi erano altri e un disco così per il periodo ed il luogo può considerarsi addirittura un mezzo miracolo. Non è l’album sa cui inizierei per conoscere i Syzygy ma ne consiglierei comunque l’acquisto in seconda battuta, soprattutto in questa bella edizione, curata e messa a lucido. Se amate il prog americano considererei la conoscenza di questo gruppo un passo obbligato.



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Jessica Attene

Collegamenti ad altre recensioni

SYZYGY The allegory of light 2003 
SYZYGY Realms of eternity 2009 
SYZYGY A glorious disturbance (CD + DVD) 2012 
WITSEND Cosmos and chaos 1993 

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