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US Feeding the crocodile autoprod. 2010 NL

Nata come “Saga” a metà degli anni Settanta (e con una pubblicazione all’attivo) e riformatisi poi alla fine degli anni Novanta come “Us”, la formazione ha già al suo attivo 7 album dall’esordio datato 2002 (“A sorrow in our hearts”). “Feeding the crocodile” si può considerare un’operazione autarchica essendo tutto a carico del leader storico Jos Wernars (che si occupa della strumentazione oltre che di cantare) coadiuvato dalla bella voce di Marijke Wernars. Tre soli brani compongono il lavoro: una mega suite di 43 minuti (!!) e due pezzi fra gli 8 e gli 11 minuti. Partiamo proprio da questi ultimi. “The greatest show on earth” , interpretato da Marijke, vive di suggestioni tipiche del new prog (i Legend o i Quasar per fare degli esempi), con atmosfere solari e frizzanti, con qualche strizzatina d’occhio ai grandi del passato come i Genesis. Il brano, e l’album nel suo complesso, rimane decisamente penalizzato dall’assenza di un batterista di ruolo (se ne occupa infatti Jos) che possa dare maggior vigoria e personalità al pezzo.
“The winds of march”, cantato da Jos, è un brano più intimista e malinconico, per circa metà dei suoi 11 minuti quasi minimalista con tastiere a fare da sfondo, percussioni e pochi effetti di chitarra acustica ed elettrica; poi l’ingresso della batteria (un po’ ripetitiva invero) seguito da un intermezzo strumentale molto genesisiano che sfocia nella ripresa (cantata) del tema portante del brano.
Eccoci alla suite che dà il titolo all’album. 43 minuti per un solo brano sono veramente troppi: difficile infatti mantenere alta la tensione musicale senza incorrere in riempitivi, cadute di tono e di ispirazione, cosa che puntualmente avviene in “Feeding the crocodile”. Ci sono momenti emozionanti grazie alla bella voce di Marijke, agli incastri strumentali tra tastiere e chitarra, alle melodie piacevoli, ma nel complesso l’assenza di una vera e propria band alle spalle si nota e la suite risulta sovente piatta e con poco nerbo.
L’album nella sua coralità è un prodotto sufficientemente appetibile, ma l’augurio è che alcuni collaboratori di peso possano aggiungersi a Jos e a Marijke per dare più sostanza alle loro composizioni.


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Valentino Butti

Collegamenti ad altre recensioni

US A sorrow in our hearts 2002 
US Eamon's day 2003 
US The ghost of human kindness 2004 
US The young and the restless 2006 
US The road less travelled 2011 

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