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Compito arduo recensire un album del genere... Non so nemmeno da dove cominciare... Potrei partire descrivendo la lussuosa confezione mini-sleeve e lo splendido artwork... Potrei partire col presentare l'artista oggetto della recensione, ma non c'è bisogno di presentazioni... o forse si, visto che certe ramificazioni del prog sono state troppo spesso sottaciute? Per quelli sciagurati che non lo sapessero, Christian Vander è il batterista, il leader e la mente di quel gruppo straordinario che sono i Magma. Di Vander è noto il perfezionismo, sia nelle composizioni che nella ricerca dei musicisti di cui si circonda, un po' come faceva anche Frank Zappa. E quanto corrispondente alla realtà sia questa caratteristica lo si può facilmente comprendere tenendo conto del lungo periodo di gestazione di "Les cygnes et les corbeaux", opera la cui composizione è iniziata nel 1987 e la cui incisione ha invece visto come data di partenza il 1997.
Dovrei descrivere ora la musica contenuta in questo lavoro, ma è più facile dire cosa non vi troviamo: non aspettatevi lo zeuhl dei Magma. Se, a tratti, ci sono vocalizzi estremi che possono ricordare il gruppo madre, siamo lontanissimi da quella musica furiosa con ritmiche incalzanti ed ossessive. Scordatevi anche gli Offering e pure il jazz in generale. E non pensiate nemmeno alla musica classica... Christian e Stella Vander alle voci soliste, alcuni cantanti per le parti corali, il piano e le tastiere a sostituire un'orchestra sono i protagonisti di questo lavoro che si basa su contrasti e su una proposta assolutamente unica. Lontano dalla batteria (come strumento ritmico solo un tamburello) Vander mostra le sue doti canore, alternando canti melodici e momenti scorbutici e/o urlati nei quali sembra che la sua voce straziata stia subendo torture infernali. Tutto ciò in netta contrapposizione con la magnifica sequenza delle tracce da 3 a 9 in cui le voci femminili incantano con armonie celestiali eppure, allo stesso tempo, un po' sinistre e minacciose. E' il piano a dettare i principali temi musicali, ma le tastiere ci fanno ascoltare anche suoni di violino, violoncello, flauti vari, clarinetto, fagotto, trombe e tanto altro, unendo modernità e classicità, melodie e disarmonie, caos e ordine, sussurri e urla. Come dite? Vi sembra un po' ostico questo disco? Lo è! E considerate che eredita anche quel certo senso di inquietudine riscontrabile nei Magma.
Qualcuno avrà già interrotto, impaurito (se non addirittura inorridito), la lettura della recensione da tempo. Ai temerari che hanno continuato, suggerisco di avvicinarsi, con le dovute cautele, a questa "nuova idea" di Vander, che spiazza, impressiona, incuriosisce e, soprattutto, affascina e conquista con oltre 65 minuti di straordinaria musica che fa dell'originalità, dei contrasti e delle parti vocali i suoi punti di forza. Un'idea da ascoltare in continuazione, più e più volte per assimilarla e comprenderla sempre meglio e scoprire la sua incredibile unicità. Come concludere ora? Prelibatezza per pochi eletti... Consigliato, ma solo agli amanti dei Magma... Per completisti di Vander... Genio e sregolatezza... Da amare in maniera viscerale, o da rimanerci a debita distanza... Mi dispiace, ma proprio non riesco a trovare nulla di meno banale per un disco così poco banale... Ah, forse non si è capito, ma il mio giudizio è che "Les cygnes et les corbeaux" è un album stupendo!
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