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KBB Lost and found Musea 2000 JAP

Non è noto cosa voglia dire la sigla KBB, ma la band merita vivamente di essere acclamata per questo suo primo disco e per la sua abilità di combinare le melodie classiche e le dinamiche del Progressive con reminiscenze dell'epoca d'oro degli anni '70. "Lost and found" poggia i suoi grandi meriti nella sapiente fusione di ritmiche jazz/fusion con un Prog sinfonico che da anni non era dato ascoltare in gruppi del Sol Levante. L'unica traccia che poteva farci presupporre qualcosa del genere è la presenza nella line-up del batterista Shiro Sugano, già nei Negasphere, band che, assieme ad altri nomi come Ain Soph, Outer Limits o UK, balza alla mente per ciò che riguarda i riferimenti. Tutto ciò comunque senza inficiare l'originalità della musica proposta, se non dal punto di vista del contesto generale, quanto meno nella sua realizzazione. Il risultato poi, che in fondo è quello che maggiormente conta, ci parla di un album strumentale che, se presenta ben poche pause, ci lascia tutto il tempo per assaporare a dovere le 7 lunghe tracce che lo compongono, affascinati dal gran lavoro del violino del virtuoso Akihisa Tsuboy, autentico protagonista per gran parte del tempo che trascorriamo assieme ai KBB. La sua meravigliosa iperattività, unita a quella della chitarra, tiene la musica in un costante stato di inarrestabile dinamismo dalla prima all'ultima nota, lasciando poco spazio ad altri strumenti (le tastiere svolgono un ruolo di accompagnamento, pur chiaramente udibili nel contesto generale). In definitiva si tratta di un album totalmente godibile e consigliabile a chiunque ami il grande Prog sinfonico; un debutto altamente promettente per quest'ottimo gruppo da cui ci attendiamo grandi cose.

 

Alberto Nucci

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