La band di Edimburgo, ormai un duo formato dal carismatico Xyrus e dal tuttosuona Stewart Bell, giunge al terzo appuntamento discografico all'insegna del "tutto si muove, tutto muta tranne la musica dei Citizen and Cain". Infatti i circa 70 minuti di "Raising the stones" ci regalano in larghissima parte suoni ed atmosfere già arcinote per chi ha avuto modo di apprezzare i due lavori precedenti e per chi non l'ha avuto ricordo che i CC sono probabilmente l'unico gruppo clone (ahi so che qualcuno si rivolterà...) dei Genesis dei tempi d'oro. Devo però precisare che, ahimé, "Raisig the stones" rappresenta forse dei tre gradini il più basso. La mia perplessità è motivata dal fatto che l'assenza di una vera band talvolta ha come conseguenza una certa leggerezza degli arrangiamenti e delle singole parti strumentali in particolar modo per la batteria. La batteria campionata è infatti spesso ai limiti dello scandaloso con accelerazioni nei tempi ai limiti del ridicolo; bisognerebbe che i CC ascoltassero per esempio le parti di batteria composte dai Magellan. Non mancano comunque quelli che, a mio avviso, sono i consueti sprazzi di genio a cui ci hanno abituato: cantati suggestivi che ci ricordano molto da vicino chi sappiamo noi, chitarre e tastiere eccellenti con le quali Stewart sembra dipingere a punta fine più che suonare. Si comincia alla grande con l'intro della prima delle 3 mini-suite presenti nell'album per continuare con la bella "Corcyra" e poi la breve "The last supper" e poi un po' dappertutto qua e là. Direi un cd da acquistare praticamente a botta sicura, salvo per chi non ha gradito per qualche suo personale e strano motivo i due album precedenti.