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ALAN MORSE Four o'clock and hysteria Inside Out 2007 USA

Sarebbe assai riduttivo infilare Alan Morse in trame Heavy Prog o Fusion o Sinfoniche o che altro. Nella sua musica c’è un po’ di tutto con il suo schitarrare preciso, che deve tanto a così tanti da diventare, alla fine, personale e riconoscibilissimo. Questa è la sua prima prova solista, una sorta di divertissement, una fuga da casa, tanto da farsi beccare con le mani nella marmellata, ma dopo essersene mangiato almeno mezzo barattolo.
La musica è lontana da tutto e, al contempo, vicina a tutto, si possono citare i Dixie Dregs, gli Spock’s Beard come anche altri gruppi Inside Out, siamo molto lontani dalle elucubrazioni religioso-spirituali-infatuanti nel fratello maggiore, ma non dal suo stile musicale. D’altronde, per l’occasione del suo primo solo, i nomi della band messa su non hanno nulla, proprio nulla di nuovo: abbiamo, ad esempio, il fratellone Neal, Nick D’Virgilio e Dave Meros e tra gli ospiti troviamo un freschissimo, nonostante gli anni, Jerry Goodman di casa Mahavishnu.
La musica, molto solare e “trasparente” non ha bisogno di nessuna interpretazione, tutto viaggia su terreni ampiamente collaudati, quello che può fare la differenza è dato esclusivamente alla capacità musicale e alla notevole tecnica di arrangiamento, che consentono di avere un prodotto molto godibile sotto ogni aspetto, pur non dando scosse di novità o di colpi di genio. Il songwriter di Alan è particolarmente adatto alle atmosfere fusion ed è, per fortuna, quello che ha fatto, cedendo alle lusinghe, qui e là, di strappi Funky o riflessioni Blues. Bella e precisa la ricerca di riffs d’effetto, di gruppi di note ben messi, al momento giusto e al posto giusto, per avere una continua assonanza di intenti tra una ritmica molto dinamica e una melodia che non stenta mai ad uscire.
Belli alcuni episodi come “Return To Whatever” o “Major Buzz”, molto più modesti altri “Spanish Steppes” o la conclusiva “Home” fin troppo uguale alla musica di Vangelis per lo spot Barilla.
Non che mi senta di consigliare questo disco a chiunque, perché sarebbe un po’ una cattiveria, però se qualcuno ha amato tanto la produzione di famiglia Morse degli ultimi anni, ha apprezzato tutti gli episodi Spock’s Beard ecc. ecc. ecc. può tranquillamente prendersi anche questo e non sarà deluso.

 

Roberto Vanali

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