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SPACED OUT Live at Crescendo Festival (DVD) Unicorn Digital 2007 CAN

Con la scaletta più pingue, rispetto al CD (già recensito su queste pagine), esce il DVD del concerto tenuto dagli Spaced Out al Crescendo Festival in Francia nell’agosto del 2006. Potremmo definirlo il DVD delle qualità, elencando quella sonora, quella visiva e quella (se ce ne fosse bisogno) musicale-esecutiva. Oppure potremmo fare un escursus dei brani e disquisire sugli spettacolari assolo, sulla mirabile tecnica del trio, sull’impressionante affiatamento nella fase esecutiva, sulla capacità di eseguire una serie di brani complicatissimi senza il minimo accenno di errore, sulla forte personalità di ognuno dei componenti che non invadono mai il terreno altrui, eppure sempre in evidenza senza esagerazioni di sorta. Potremmo ancora passare a citare le influenze stilistiche elencando i vari Zappa, LTE, Mahavishnu Orchestra, Chick Corea Electric Band, ecc. e parlare di Jazz progressivo con sbotti Metal e avanguardia elettrica molto tecnica e sofisticata. Un’altra via, più breve, sarebbe quella di suggerire l’acquisto del DVD, per rendersi conto di persona dei suoi contenuti.
Comunque vada la recensione, il finale è comunque uno e ruota attorno a quella consapevolezza che siamo al cospetto di una band veramente notevole.
Un fattore che si percepisce dal DVD ed è forse solo parzialmente rilevabile dal CD è che la band, per porre in atto quell’incredibile muro sonoro, che poi genera l’effetto finale all’orecchio dell’ascoltatore, utilizza una buona dosa di tecnologia MIDI, sia per la sonorizzazione di tappeto sia per alcune parti ritmiche, quasi a mo’ di metronomo. Non che questo sia penalizzante nel giudizio complessivo dell’opera, ma, indiscutibilmente, ridimensiona quella che, alla prima impressione d’ascolto viene vissuta come un’anormalità, un po’ come essere di fronte a dei dotati sovraumani: no, pure loro sono umani.
Il DVD, come detto, amplia la scaletta dei brani, passando dagli 11 del CD ai 16+2 extra del supporto visivo. L’aggiunta non lascia capire del perché gli 11 del CD siano stati proprio quelli, non trovo brani minori o con differenze esecutive tali da giustificarne la scelta di uno piuttosto di un altro, quindi credo che la parzializzazione sia stata fatta solo “a sentimento”.
I tre, Antoine Fafard – basso, Martin Maheux – batteria e Marc Tremblay – chitarra, ci lasciano un documento della loro attività live che risulta assolutamente indispensabile per chi avesse già apprezzato il loro lavoro. Rappresenta comunque anche una ghiotta occasione per chi non li conoscesse ancora e avesse voglia di vederli all’opera, magari con un occhio particolare al batterista, che per me rimane uno dei migliori del momento, unendo la classe e l’estro dei grandi maestri (in primis il professor Peart) con lo spunto innovativo di chi, veramente, è padrone del proprio strumento.

 

Roberto Vanali

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