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Ritorna la bella Lana, stavolta con un look meno dark del solito, ma con un disco che non si discosta di una virgola dallo stile dei tre precedenti ("Garden of the Moon", "Queen of the ocean" e "Secrets of the astrology") che, com'è noto, hanno ridotto pian piano all'osso la parte progressiva della musica della cantautrice in favore di atmosfere AOR, spesso spinte fino al limite dell'hard rock sinfonico. Ritmiche veloci, ritornelli subito assimilabili (e fischiettabili), chitarre pesanti e tastiere acide -e invadenti- quanto basta (di Erik Norlander, produttore del disco nonché marito di Lana), sono il marchio di fabbrica di ogni produzione di questa artista da un po' di tempo a questa parte. Per il resto, niente di nuovo, se si eccettua una versione all'americana della celebre "Con te partirò" (canzone che rese famoso Andrea Bocelli, nonché la pubblicità del treno della TIM... e la mitica Camilla!). Il pezzo, ricantato in inglese in duetto col vocalist di Yingwie Malmsteen, fa il verso alla musica lirica (ovviamente con orchestra sintetica delle tastiere di Norlander) ma appare deludente. Una cover rock l'avrei decisamente apprezzata di più. Come molti sapranno, io ho sempre apprezzato i dichi di Lana Lane, ma posso capire che, vista la mancanza di carne fresca, la maggior parte del pubblico potrebbe presto stancarsi di comprarli. Quindi il mio consiglio è: se amate alla follia i tre dischi precedenti della nostra, prendete pure anche questo... altrimenti meglio rivolgersi altrove.
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