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POCHAKAITE MALKO |
Laya |
Tutinoko Label |
2004 |
JAP |
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Ci sono voluti circa tre anni per poter ascoltare il secondo nuovo disco dei Pochakaite Malko, intanto qualcosa è cambiato nelle fila all'interno del gruppo, all'abbandono del precedente tastierista Junzo Tateiwa si è inserito Akihisa Tsuboy, prodigioso violinista dei KBB ed autore solista di un certo interesse. Queste modifiche hanno inevitabilmente portato diverse novità per quanto riguarda le sonorità e la composizione dei brani: chi ha potuto ascoltare l'omonimo disco d'esordio dei Pochakaite Malko, uscito nel 2001, ricorderà bene la furiosa e tenebrosa potenza sinfonica dei brani... in "Laya" ora le cose sono un po' cambiate, i Pochakaite Malko hanno perso buona parte di quella grezza ma trascinante volontà di cercare l'impossibile in arrangiamenti e passaggi strumentali contorti e compiaciuti per uno stile più misurato e sobrio, la produzione si è fatta più pulita e distaccata, l'aspetto cerebrale ed intellettuale della musica ha preso come non mai il sopravvento. In un certo senso i Pochakaite Malko di "Laya" rivestono un'immagine forse più professionale rispetto al passato, però, in effetti, le emozioni tendono ad essere più rarefatte ed in sostanza meno godibili. Indubbiamente questa nuova prova discografica di Kazuo Ogino e compagni si rivela come un lavoro di buon livello, probabilmente meno entusiasmante e folle rispetto al loro primo disco ma capace comunque di offrire momenti suggestivi e di grande impatto. L'influenza di Tsuboy è stata decisiva per la creazione di "Laya", di conseguenza il violino riveste un ruolo estremamente importante nella musica, forse ancor più delle tastiere di Ogino; in alcuni casi il gruppo sembra voler creare un ponte di contatto con i KBB, altrove la musica riprende la consueta oscurità sinfonica ispirata da Magma ed Univers Zero, con una spiccata attenzione rivolta verso l'esotico ed il folklore mediorientale ed europeo. Tutto sommato possiamo considerare "Laya" come un buon album di transizione, per il futuro è comunque forse lecito aspettarsi qualcosina di più. Il cd inoltre contiene anche una seducente traccia video del brano "Hallelujah" ed una copertina piuttosto intrigante ed originale...
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Giovanni Carta
Collegamenti
ad altre recensioni |
AKIHISA TSUBOY-NATSUKI KIDO DUO |
Era |
2002 |
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