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SPACED OUT |
Unstable matter |
Unicorn Digital |
2006 |
CAN |
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Prova della maturità oppure leggero passo indietro? "Unstable Matter" è il quarto ed ultimo album in studio dei canadesi Spaced Out, tre anni sono trascorsi dal precedente "Slow Gin" e qualcosa in effetti sembra essere mutato nel loro impianto musicale... L'attacco heavy di "Unstable Matter" non rappresenta certo una novità per gli Spaced Out, l'impressione generale è in realtà quella di un disco decisamente più metal oriented, più aggressivo e compatto rispetto a quanto fatto in passato da questo trio canades. Il nucleo compositivo è rimasto comunque pressoché inalterato, formato dal bassista e produttore Antoine Fafard, Martin Maheux alla batteria e dal chitarrista Mark Tremblay; immutato è rimasto anche il gusto per la creazione di un suono oscuro e claustrofobico, teso verso un immaginario apocalittico e futuristico. Ancora totalmente strumentale, "Unstable Matter" relega le tastiere ad un ruolo quasi di secondo piano se paragonate alle orchestrazioni di "Slow Gin", ormai i synths sono utilizzati specialmente per sottolineare i momenti topici del disco, come contrappunto alle progressioni soliste di Farfard e Maheux. Se "Slow Gin" in qualche modo poteva essere definito come il disco più sinfonico degli Spaced Out, "Unstable Matter" è sicuramente l'opera che può essere più facilmente accostata al techno - prog metal. Le composizioni sono arrangiate con la consueta gelida precisione, ogni parvenza di sentimento umano sembra annullarsi completamente in ambiziose e monolitiche architetture sonore... "Unstable Matter" rappresenta senza dubbio un altro passo importante per gli Spaced Out, c'è da chiedersi però in futuro come riusciranno a sviluppare ulteriormente la loro musica...
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Giovanni Carta
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