|
E’ facile dire che di questo ennesimo live degli SBB non se ne sentiva il bisogno. La discografia della longeva band polacca è già ricchissima di documenti dal vivo e un po’ di scetticismo sull’utilità di un altro album con registrazioni d’epoca può venire naturale. Poi, come spesso accade, bastano pochi minuti di ascolto e i pregiudizi e le perplessità iniziali crollano miseramente. Merito di un’altra testimonianza che fa capire la grandezza del gruppo sul palco, catturato nel 1980 durante l’ultimo anno di attività prima di un lungo stop. Come altri album dal vivo, anche “Warszawa 1980” riesca a mostraci chiaramente la grandissima abilità degli SBB di proporre con energia e trasporto alcuni cavalli di battaglia e, soprattutto, di lanciarsi in improvvisazioni magistrali e spericolate. Basterebbe ascoltare già solo il primo dischetto per capire meglio di cosa stiamo parlando. Con le quattro parti di “Movements” tra blues, fusion, hard-rock e citazioni del loro repertorio, i musicisti vanno avanti per una lunga cavalcata di oltre mezz’ora; “Hung under” si protrae per oltre sedici minuti, mentre “Spectrum” è un altro lunghissimo momento (oltre venti minuti) che presenta tutte le caratteristiche della jam session. Ma anche il secondo cd, pur riprendendo pezzi storici come “Wizje” o gli estratti di “Follow my dream” presenta un bel po’ di musica inedita. Erano gli ultimi bagliori di un gruppo che stava per concedersi un lungo stop e che non si presentava più in formazione triangolare, visto che alla classica line-up formata da Jozef Skrzek (basso, tastiere e voce), Apostolis Anthimos (chitarra e batteria), e Jerzy Piotrowski (batteria) si era affiancato già dal 1979 un altro mago della sei corde, Slawomir Piwowar. Il vigore era comunque quello di sempre, con una completa rottura degli schemi e la chiarissima voglia di suonare nella massima libertà possibile. Una vera e propria macchina da guerra che nel 1980 preferiva non incentrare i concerti sul romanticismo sinfonico dell’ultimo, meraviglioso, album in studio “Memento z banalnym tryptykiem” (dal quale è tratto solo “Moja ziemio wysniona”), puntando piuttosto su un sound più robusto e “sporco”, tra solos interminabili, duelli chitarristici e momenti di insieme di una potenza devastante. Altra chicca del cd è l’ultima traccia “First green leaves”, registrata durante il soundcheck nella sala vuota ed ulteriore testimonianza delle capacità di questi musicisti di creare partendo dall’istinto. Dello stesso anno esistevano già due registrazioni ufficiali di due spettacoli bellissimi (uno in Cecoslovacchia, eccezionalmente senza Skrzek ed uno a Marburg), con scalette completamente differenti rispetto a questa esibizione a Varsavia. Anche questi piccoli particolari aiutano a capire che i concerti e i dischi dal vivo degli SBB possono riservare sempre graditissime sorprese.
|