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Esisteva già una testimonianza ufficiale del passaggio dei Magma in Terra di Albione nel 1974. In uno dei dischi della collana Akt, infatti, la Seventh Records ci aveva già proposto qualche anno fa una registrazione della BCC del 14 marzo. Arriva adesso questo doppio cd che cattura la band francese al Marquee londinese esattamente tre giorni dopo il passaggio in radio. Possiamo goderci, così, un concerto completo di oltre due ore che dimostra come i Magma vivessero un momento felicissimo in un’esibizione al contempo di classe e debordante. Già il celebre attacco di batteria che apre “Kohntarkosz” stordisce per pathos e intensità e dà il via ad una composizione sfuggente che dal vivo guadagna potenza, ma non perde il suo fascino onirico con le sue atmosfere misteriose. Per di più, anche in questa occasione, come nel live alla BCC, viene presentata in veste diversa rispetto a quella dell’LP (non ancora pubblicato al momento), con accenni di quella “Om zanka” che diventerà uno dei passaggi più affascinanti dell’album “K.A.” esattamente trent’anni dopo. L’incedere ritmico dell’accoppiata Christian Vander – Jannick Top è garanzia non solo di qualità, ma anche di quella spinta ossessiva che da sempre caratterizza la musica dei Magma. Michel Graillier e Gérard Bikialo al piano Fender Rhodes li seguono fedelmente, mentre Claude Olmos può sbizzarrirsi con la sua chitarra elettrica e Klaus Blasquiz offre la solita performance vocale superlativa. Finiti questi primi venticinque minuti tocca a “Sowiloi” e “KMX B XII opus 7”, due brani mai incisi in studio, ma ben noti agli appassionati per la loro presenza su vari documenti dal vivo. Il primo sembra quasi un ideale seguito di “Kohntarkosz”, con il mood trasognato e il tema portante ripetuto continuamente dal piano elettrico; il secondo comincia a indirizzare lo spettacolo verso un sound più potente col basso distorto di Top a farla da padrone. Il primo dischetto è chiuso da “Sons et chorus de batterie (Ptah)”, un assolo di batteria di ben venticinque minuti, con qualche accenno cantato/recitato nel finale. All’epoca Vander si lanciava di continuo in esibizioni simili e amava sprigionare il suo talento dietro le pelli e la sua irruenza anche in questo modo. E’ il momento di riprendere fiato. Respiriamo un attimo. Cambiamo cd ed ecco i Magma più potenti, con due parti della trilogia “Theusz Hamtaahk”, quella che dà il titolo all’opera (anche questa, come “Kohntarkosz”, non ancora definita in questo concerto) e la sempre imponente e meravigliosa “Mekanik Destruktiw Kommandoh”, capolavoro assoluto eseguito nella sua interezza. Il canto di guerra di Vander e compagni tocca qui l’apice con tutte le caratteristiche della musica dei Magma che hanno fatto scuola, tra temi reiterati allo sfinimento, marce dalla grande enfasi, solidità granitica, spiritualità coltraniana e quel devastante congegno ritmico garantito da due musicisti incredibili. C’è da dire che la registrazione non è pulitissima e in questo si fa preferire senza dubbio il cd con il live alla BCC, ma è sempre un piacere immenso ascoltare la massima espressione della musica zeuhl e questi documenti che la immortalano in degli show in cui il palco era allo stesso tempo espressione di proposizione di opere già consolidate e laboratorio per quelle ancora in divenire.
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