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JOZEF SKRZEK U stóp krzyża… Wydawnictwo 21 2003 POL

Il titolo, "ai piedi della croce", suggerisce l'ambientazione e lo spirito di questa prova solistica di Józef, tastierista di grande personalità e talento meglio noto, ma non ci sarebbe neanche bisogno di ricordarlo, per la sua carriera assieme a Niemen e con gli SBB. Fondamentalmente l'artista ci offre 9 tracce di musica sacra interpretata all'organo a canne e raccolta in una serie di concerti tenutisi nella Basilica della Santa Croce di Varsavia e nella cattedrale di Katowice nelle ore notturne. All'imponente organo liturgico Józef affianca i suoi gioielli, il Minimoog ed il Micromoog, imprimendo ad alcune di queste composizioni un alone mistico di stampo new age. Un bellissimo esempio lo troviamo nella seconda traccia "Blask obecności" (nello splendore della Sua presenza), basata su trame sonore diradate, con riferimenti colti all'elettronica e con una base d'organo aulica ma defilata rispetto alle altre tastiere vintage. La voce del maestro somiglia ad un'accorata preghiera ed in effetti tutte le canzoni di questo disco trattano tematiche sacre. Sullo stesso mood si sviluppa "Uwielbienie" (adorazione), in cui gli intrecci fra organo e Moog si fanno più marcati e la musica sembra volare leggera e dissolversi verso l'alta cupola dell'edificio sacro come una profumata coltre d'incenso. La musica è sempre rarefatta ma non è priva di slanci lirici e di spunti sinfonici, come nella traccia appena commentata, ricca di raffinati assoli al Moog, suonato contemporaneamente all'organo dalle ancora abilissime mani del musicista, in un insieme che sembra fondere la musica classica di ispirazione sacra ad alcuni passaggi del repertorio degli SBB. Non poteva mancare l'ennesimo riarrangiamento di "Freedom", pezzo che l'artista ama particolarmente e che non manca mai di proporci in tutte le salse. In questo caso il pezzo somiglia ad un inno liturgico, ad un canto liberatorio che inneggia alla libertà. La title track colpisce per i suoi toni drammatici che ovviamente si confanno al tema della canzone. In questo caso l'organo trasmette una profonda angoscia con le sue note allungate e tormentate. Molto più emozionanti sono le sequenze meditative, che infondono un senso mistico di pace e in cui persino lo scricchiolio della struttura lignea dell'organo che si avverte in sottofondo riesce ad imprimere un senso di commozione nell'ascoltatore. Va da sé che questo album occupa una posizione particolare nella discografia di Skrzek, proprio per la sua peculiarità di opera intimistica, umile e pervasa di sentimenti religiosi sinceri. Al di là dei superbi passaggi d'organo, dei chiari riferimenti alla musica degli SBB, seppure diluiti fortemente in un simile contesto sonoro, dei sentimenti forti che questa musica ispira, l'aspetto più toccante è dato proprio dalla forte religiosità e devozione di queste canzoni. Questo CD piacevole, ma senza dubbio impegnativo da ascoltare, offre un aspetto complementare del carattere di Skrzek e può rappresentare un interessante integrazione alla sua vastissima e varia discografia.

 

Jessica Attene

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